20101206

Macchine e sigarette

Sei così bella.
Fu questa l'unica frase che mi venne in mente. Gliela consegnai, caldissima su un piatto ornato di leccaculaggini assortite.
— Lascia che questi li metta dietro... Come? Figurati, è solo neve!
Già! quella neve pesava una dozzina di grammi al fiocco... Fottuta neve, rallentatrice del mondo.
I finestrini erano appannatissimi, talmente a lungo avevo aspettato. Credo d'aver fumato più di tre sigarette, aspettandola. Mi svagavo studiando i cerchi di fumo che venivano risucchiati dallo spiraglio che avevo aperto. Volevo definirne il colore. Di solito sullo scritto si parla di fumo azzurro, ma non sono d'accordo. L'azzurro mi fa pensare a cose immobili e pulite, ma il fumo viaggia, improvvisa, si trascina sull'aria come persone che strisciano giù con la corda... Avrei dovuto pensare a cosa fare, cosa dire, una volta che fosse arrivata. Non feci nulla di tutto ciò. Me ne stesi lì in fissa a farmi ingiallire le punta delle dita.
Ogni stop delle macchine si spalmava grassa sulla condensa accumulata sul finestrino.
— Per quanto altro tempo speri di riuscire a ricordare di essere felice?
E' impossibile. Pura follia! Questa fu la seconda frase che mi uscì di stomaco. O comunque da dentro il mio corpo. Sentii che la mia telecamera iniziava a spostarsi, a muoversi. Girò intorno a lei e rimase buona in una posizione comoda che inquadrava ambedue. La voce veniva da fuori. Capii di non essere solo me. Io non è mai esistito. La voce è vibrazione d'aria, le cose luce riflessa. Io è una cosa, lei è una cosa.
Si lecca un bordo laterale del labbro, guarda velocemente dal basso verso l'alto; riesco a sentire il suono del fiato che le arriva ai polmoni dopo un grosso sospiro. Non mi guarda negli occhi, ma solo a metà strada tra quei due: fissa un punto in particolare. — Non credo di dover ricordare questo genere di cose, mi rispose. Che razza di risposta. Ah, se solo sapesse quello che ha pensato! Non esiste una risposta. Non ne esiste solo una, intendo. Tutto si trasforma, è impossibile dare una risposta ad una sola domanda. La domanda stessa non è mai nata unica.
— Guarda fuori dal finestrino. Che cosa vedi?
— Sì, è vero. C'è solo una maledetta strada, delle macchine, della gente. E il vetro? Non stai forse vedendo anche quello? Tecnicamente, tu stai vedendo solo quello.
Le risposte sono molteplici. Poteva esserci altro, su quel vetro. Il suo fiato, ad esempio.