20091210

I want to ride..

Si sedette. Era morbido, composto, perfetto. Ancora qualche cenno di saluto ipocritamente amichevole (non solo da parte sua, sia chiaro). Provò una sensazione antica, gli profumava d'infanzia.
Era un pomeriggio come tanti in quel periodo, il cielo era grigio, l'aria deliziosamente fresca. Mentre la madre e la nonna lo conducevano in macchina, sentì ancora qualche ultima raccomandazione su come andare per strada – guardati sempre ai lati! vai piano! li vedi quei mascalzoni lì? non devi MAI fare come loro! e via discorrendo così... – poi si fermarono davanti al negozio di biciclette. In realtà non ricordava come l'avesse scelta: probabilmente non ebbe lui il diritto di sceglierla. Ad ogni modo, poco dopo si ritrovò in groppa alla sua Atala giallo-blu, con tanto di salva-gioiellini, astuccio porta chiave esagonale e guanti, il tutto in pendant. Seguì con cautela la macchina della mamma, finquando era alla portata del loro occhio maledettamente vigile. Gli si presentò l'occasione d'infilare una via in contromano, l'infilò e ne sfuggì. Scivolava veloce su quello stradone in discesa, respirava lentamente mentre la bicicletta galoppava tra le buche.
Chiuse gli occhi. Il vento c'era ancora, fresco come quella volta. L'aria condizionata era accesa. Era dicembre, 4°C, fuori.

20091202

La carne mentirà

Sono poche le volte
in cui palpi davvero
– cristo, non so che cosa in realtà...
Fraternizzazione? amore? imbarazzo?
Uno di quelli, insomma –
mentre parli con chi ti è stato vicino per una vita
ma vicino come due acciughe nella stessa scatola:
morti, zitti, senza fiato;
solo la carne l'accomuna
la carne e la morte.

D'improvviso torna
a prendere vita
a parlare.

L'olio scivola sui fianchi,
i capelli lucidi, le labbra e le dita rapprese
espettora del liquido stantìo
e, sì, parla.
Dei rischi che mi ha fatto scampare
della vita di cui mi ha privato
di quante cose si facciano senza nemmeno aver la cognizione del perché
di quelle per le quali ero conscio ma non partecipe
di quanto aver pane e figa sia giusto!
di quanto pane e indifferenza abbia digerito

I pensieri non sempre si rincorrono produttivamente
come dovrebbero.

Da parte mia va bene tutto:
la soddisfazione d'aver fatto
non la scelta giusta
(e nemmeno quella sbagliata),
ma una scelta, semplicemente
senza gusci né ali
ha il costo
che riscuoterò, mio malincuore, da chi
per anni ha ignorato la scelta giusta
che su di me avrebbe dovuto fare.

Nessuno sarà più così,
la carne mentirà.
La mia, per prima.