20091012

Errata corrige, ovvero: "¡...devo aver preso un abbalio!"

Ribellione
dionis [ domenica, 11 ottobre 2009 alle 16:24 ]
Recensione su CH1P

Come è solito in un racconto fantascientifico, specialmente senza alcun riferimento al contesto in cui esso avviene (il che porta a pensare, quasi amaramente, ad un futuro prossimo), vi è una certa critica ai valori e alla potenza del tempo odierno: la gente abbagliata da nuove comodità, garanzie - il piacere del prodotto nuovo - che quasi inconsapevolmente si troverà manipolata dai potenti. Od ancora più in senso lato: la moltitudine di gente abituata omogeneamente a pensare in un certo modo (il nuovo chip che, secondo il protagonista, controllerà i pensieri).

Ma il protagonista è diverso. Pur essendo vittima del sistema, si riconosce in altri, apprende di essere in trappola. La sua consapevolezza sarà la sua arma; tant'è che al termine della sua disavventura vi è, da parte dell'autore, un segnale, uno spiraglio di luce: le potenzialità mai sopprimibili da terzi (macchine od esseri umani che siano): l'ostinatezza, l'amor di sé, l'autocontrollo (=il controllo di sé). Il tutto si traduce nel suo suicidio, pur di rinunciarvici.

L'amara fine del protagonista e la citazione dell'autore stesso, portano a far riflettere il lettore su se stesso e la società in cui vive. Ribellione, insomma. Non così estrema, se possibile.

Beh. L'esimio, caro, autore in realtà parlava di schizofrenia paranoide. Visto?, fermarsi alle apparenze, non conoscere, dare per scontato che tutto sia scontato porta a cozzare duro contro la realtà: si fa presto a dire che sia cambiato, ma chi nasce tondo non muore quadrato.
Minchia! ho fatto pure la rima.. Ne terrò conto, prossima volta che mi travestirò da saccente.

Ed ora l'errata corrige: conoscendo la chiave di lettura, ora è tutto più semplice... (premetto che non ci saranno successivi errata corrige, quindi se questa non è OK, amen, D.).
Il messaggio è l'esatto opposto e molto meno largo. Si ferma a lui, che al massimo può rappresentare una minoranza se proprio bisogna cercare\trovare il senso ampio del racconto, succube del vociferare - strumento, se non di maggiore, di egual potenza dei mass media - contro il potere forte che grava sulla maggioranza. Tutto qui..
No?
...

Ok, parla di un povero stronzo con la schizofrenia paranoide che prende e s'ammazza. Vuoi la citazione della Treccani, così termino subito la parafrasi?!
È in questi momenti mi sento come quando improvvisavo le parafrasi in classe, durante l'ora di lettere: non l'azzeccavo mai come la prof. l'aveva spiegata, ma cazzo! un senso ce l'ha. Non credo che le cose possano avere un solo, unico senso! Facciamo le guerre - artificio tutto umano - anche a causa di misunderstanding. Suvvia! concedetemela un po' di elasticità.

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