20091210

I want to ride..

Si sedette. Era morbido, composto, perfetto. Ancora qualche cenno di saluto ipocritamente amichevole (non solo da parte sua, sia chiaro). Provò una sensazione antica, gli profumava d'infanzia.
Era un pomeriggio come tanti in quel periodo, il cielo era grigio, l'aria deliziosamente fresca. Mentre la madre e la nonna lo conducevano in macchina, sentì ancora qualche ultima raccomandazione su come andare per strada – guardati sempre ai lati! vai piano! li vedi quei mascalzoni lì? non devi MAI fare come loro! e via discorrendo così... – poi si fermarono davanti al negozio di biciclette. In realtà non ricordava come l'avesse scelta: probabilmente non ebbe lui il diritto di sceglierla. Ad ogni modo, poco dopo si ritrovò in groppa alla sua Atala giallo-blu, con tanto di salva-gioiellini, astuccio porta chiave esagonale e guanti, il tutto in pendant. Seguì con cautela la macchina della mamma, finquando era alla portata del loro occhio maledettamente vigile. Gli si presentò l'occasione d'infilare una via in contromano, l'infilò e ne sfuggì. Scivolava veloce su quello stradone in discesa, respirava lentamente mentre la bicicletta galoppava tra le buche.
Chiuse gli occhi. Il vento c'era ancora, fresco come quella volta. L'aria condizionata era accesa. Era dicembre, 4°C, fuori.